TOSCA LEPORI

Tosca, sopravvissuta all’eccidio del Padule di Fucecchio del 23 agosto 1944, racconta il suo terribile ricordo. A soli sei anni, nascosta in un albero, assistette impotente all’omicidio della madre, Dina Romani, di 27 anni, e del fratellino Gino, di soli 18 mesi. Vede i suoi nonni, Giuliano Lepori e Maria Pia Romani, arsi vivi dai nazisti, e racconta gli ultimi momenti della zia Giuliana, di 16 anni. 

VITTORIA TOGNOZZI

Vittoria, anche lei sopravvissuta all’eccidio del Padule di Fucecchio del 23 agosto 1944, racconta cosa successe a Casa Simoni. Il suo legame indelebile con la mamma e con la sorellina uccide dai tedeschi. Il ricordo di bambina dei mosconi che oscuravano il sole. 

LEA TOGNOZZI

“Quando arrivarono i tedeschi mio padre mi abbracciò, ma loro mi scacciarono con il fucile e gli ordinarono di uscire. Fece pochi passi poi gli spararono. Oggi il sergente Edmonson della polizia inglese mi ha mostrato delle foto ed io ho subito riconosciuto i due che hanno sparato a mio padre. Quello alto a destra con la gamba fasciata, quello basso gli ha rubato il portafoglio”.

BRUNA PRATOLINI

“…a quei tempi vivevo a Fucecchio con mio marito e i miei due figli. Verso la fine di giugno sfollammo da mia madre a Castelmartini perché avevamo paura che mio marito fosse deportato dai tedeschi. C’era la palude e mio marito stava nascosto tutto il giorno, la notte andavamo a dormire alla casa Silvestri che era lontana dalla strada e ci sembrava più sicura. La casa era molto grande e ci vivevano molte persone dalla strage ci salvammo solo in pochi non so come riuscii a salvarmi vedevo i tedeschi sparare e le persone cadermi intorno, io non fui nemmeno ferita…”.

DAL DOCUMENTARIO "ECCEHOMINI"

“…qui c’era una rete con un letto, insomma, che qui ci stavano li sfollati. Questa Giuliana era qui appoggiata con la testa a questa rete che io nel mio intimo pensai che stupida cosa ride perché ebbi l’impressione che ridesse invece poverina era restata così morta…mentre l’Ada era distesa qui proprio a braccia aperte, poverina mi sembra di vedercela ora così, e la Annita io entrai dentro e lei mi chiamò che era qui…si lasciò ben vestita. Il giorno dopo vidi i cadaveri al cimitero ed esaminando quello di Silvestri Annita, la fidanzata di mio fratello, vidi che le avevano sollevato le vesti e tolto le mutande…mi è sembrato che le avessero fatto qualcosa da quando l’avevo lasciata già morta il giorno avanti…”.

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