Il motivo per cui è necessario prendersi cura dell’ecosistema del Padule di Fucecchio è che si tratta un ambiente unico e prezioso, che merita particolare attenzione per la sua ricchezza ecologica e per il ruolo cruciale che svolge nel mantenimento dell’equilibrio naturale. Questo rappresenta uno degli ecosistemi più importanti d’Europa, soprattutto perché è uno dei pochi ambienti con tali caratteristiche.

Le funzioni ecologiche del Padule sono fondamentali anche per tutto il territorio che lo circonda. L’area umida, infatti, funziona come una sorta di “polmone” naturale per l’ecosistema circostante, immagazzinando l’acqua durante le piogge abbondanti e rilasciandola lentamente nel tempo ed aiutando quindi a prevenire inondazioni nelle aree limitrofe. Inoltre, l’ecosistema del Padule ha un ruolo importante nella filtrazione dell’acqua, rimuovendo sedimenti e sostanze inquinanti prima che queste raggiungano le altre risorse idriche.

Ma la conservazione del Padule non è importante solo per motivi strettamente ecologici ma anche per la lunga storia di convivenza di uomo e natura. Per secoli, infatti, le popolazioni locali hanno sfruttato le risorse del Padule in modo sostenibile, attraverso la pesca, la caccia e la raccolta di piante come la canna.

Le paludi sono ambienti fragili indipendentemente dalla presenza dell'uomo che tuttavia ha il potere di accelerare i processi di degrado e uniformazione degli ecosistemi e di alterare i rapporti tra le specie. Per contro, l'uomo ha anche la capacità di mantenere un'elevata biodiversità con la pratica di attività tradizionali, come lo sfalcio delle erbe palustri per gli intrecci, o con l'attuazione di attente pratiche di conservazione naturalistica studiate in modo mirato e scientifico. Attualmente il problema principale è una fattuale assenza di una gestione integrata dell'intero cratere palustre e la conseguente perdita di habitat e specie protette. Un unico organo che possa mantenere ed estendere in termini di superficie le aree protette e che al contempo riesca a coordinare le diverse realtà legate al Padule sarebbe la soluzione ottimale anche in vista dell'attuazione della nuova legge per il ripristino della natura ovvero la “Nature Restoration Law” europea.

Il Padule di Fucecchio è tutelato da numerose realtà che operano a diversi livelli. Oltre alle organizzazioni nazionali come WWF e Legambiente, che sono regolarmente coinvolte nelle attività di conservazione e protezione dell’area, esistono anche molte associazioni locali spesso supportate da volontari ed appassionati:

L’Associazione Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità è stata fondata nel 2015 da un gruppo di volontari e guide ambientali della Riserva Naturale del Padule di Fucecchio. L’associazione si occupa della conservazione della natura e della promozione delle aree protette, concentrandosi sulla tutela della biodiversità e sull’educazione del pubblico. La cooperazione con altre organizzazioni è un elemento chiave dell’approccio dell’associazione, mirato a unire le forze per una protezione ambientale più efficace. Un esempio significativo è il restauro dell’Osservatorio Faunistico delle Morette, un punto di osservazione essenziale per lo studio e la conservazione della fauna locale, realizzato in collaborazione con il Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio. I volontari partecipano annualmente al monitoraggio degli uccelli migratori acquatici, in supporto al Centro Ornitologico Toscano. Un altro progetto chiave è la conservazione delle idrofite, piante acquatiche rare e minacciate. I volontari collaborano alla coltivazione e custodia di specie a rischio di estinzione, con l’obiettivo di preservare il patrimonio genetico locale. Proprio a Castelmartini, l’associazione ha realizzato un idrofitario, un’area dedicata alla conservazione e alla didattica per queste specie. Infine, l’associazione si prende cura di una piccola popolazione del raro Ululone appenninico, un anfibio minacciato di estinzione, con lo scopo di proteggere e ampliare gli habitat riproduttivi della specie.

L’Associazione Volpoca è coinvolta nella protezione del territorio, promuovendo iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi ambientali che minacciano il Padule. Molti dei membri attivi dell’associazione sono per la maggior parte cacciatori, che durante la stagione venatoria praticano la loro attività nel rispetto del territorio e delle specie. Le stesse persone, fuori stagione di caccia, si dedicano a guidare i turisti alla scoperta del padule attraverso gite in barchino, un’esperienza immersiva nell’ecosistema. Uno dei progetti ricorrenti dell’associazione è la realizzazione del calendario del Padule, un’iniziativa che celebra la bellezza del territorio attraverso la fotografia. Il ricavato del calendario, che coinvolge fotografi e artisti locali, viene destinato alla manutenzione di aree chiave come il Porto Casin del Lillo, punto di partenza delle escursioni. L’associazione svolge un ruolo cruciale anche nel monitoraggio dell’inquinamento, in particolare per quanto riguarda la plastica. Volpoca mantiene una posizione critica ma costruttiva, richiamando l’attenzione su problematiche gestionali e proponendo soluzioni concrete per la protezione dell’ambiente.

L’ultima associazione di volontari, non meno importante, è il Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, che all’inizio del 2024 ha dovuto sospendere la propria attività a causa del calo del sostegno economico e del cambiamento nelle competenze gestionali delle riserve naturali. Tuttavia, secondo gli operatori, presto dovrebbe riprendere le sue fondamentali attività. Il Centro è stato istituito negli anni ’80 con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il Padule ed ha come missione la conservazione e la promozione della storia, dell’ambiente e della natura del territorio, attraverso attività di ricerca e divulgazione scientifica, documentazione e promozione turistica. Tra le attività principali che ha portato avanti fino alla chiusura troviamo il monitoraggio delle specie migratorie, come gli aironi e la cicogna bianca, che nel 2005 ha nidificato per la prima volta in Toscana dopo tre secoli di assenza. Il centro ha anche collaborato fin dagli anni ’80 nella gestione e manutenzione dell’Osservatorio Faunistico delle Morette, utilizzato come punto chiave per le sue attività di ricerca e monitoraggio delle specie e messo a disposizione dei visitatori.

Inserisco alla fine della lista il Consorzio del Padule di Fucecchio, non certo per importanza, ma perché, a differenza delle realtà precedentemente elencate, può contare ogni anno su contributi economici certi e non deve appoggiarsi al volontariato. Nato nel 1803 come “Consorzio coattivo dei proprietari dei terreni del Padule di Fucecchio”, con lo scopo principale di manutenere corsi d’acqua per esigenze di naviganti ed agricoltori, si è evoluto nel corso dei secoli, estendendo il suo ruolo alla protezione ambientale e alla conservazione dell’ecosistema palustre. Tra i compiti principali ci sono quello della misurazione dei livelli di ossigeno nell’acqua, effettuata con sonde che possono attivare pompe di ossigeno liquido per preservare l’ecosistema, e il monitoraggio costante dei livelli idrici, correlati alle previsioni meteorologiche, per la gestione del rischio idraulico. Più recentemente, il Consorzio ha iniziato a collaborare con l’Università di Pisa per la costruzione di un sistema di barriere galleggianti atte ad intercettare le plastiche nei corsi d’acqua per contrastare l’inquinamento da plastica.

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