Con i suoi 1.800 ettari, il Padule di Fucecchio è la più vasta area palustre interna d’Italia. Un’oasi di biodiversità che ha saputo resistere alle trasformazioni del territorio e al passare del tempo, pur affrontando numerose difficoltà.

L’area del Padule è il risultato di un’evoluzione geologica dovuta al sollevamento del letto dell’Arno. Questo ha ostacolato il naturale deflusso delle acque provenienti dalle alture circostanti, creando nel corso dei millenni uno straordinario ecosistema palustre alimentato oggi dalle acque dei torrenti Borra, Nievole e Vincio che mantengono vivo un habitat unico nel suo genere.

Un tempo caratterizzata dall’antico lago-padule, che dominava la parte meridionale della Valdinievole, oggi il Padule di Fucecchio è considerato un santuario naturale di importanza unica e conseguentemente un patrimonio inestimabile da proteggere e valorizzare anche per le generazioni future.

Immagine tratta dal video "Drone | In volo sul Padule di Fucecchio" di Florence Tv

Proprio per l’estrema importanza biologica di questa area, le istituzioni hanno applicato una serie di misure di protezione iniziando nel 1996, quando le Province di Pistoia e Firenze hanno istituito due riserve naturali per un totale di 230 ettari per il 90% sotto la tutela della provincia di Pistoia. Inoltre, non è mancato il sostegno a livello europeo con la designazione di Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale all’interno della Rete Natura 2000, il principale strumento di politica dell’Unione Europea per la conservazione delle biodiversità.

Queste tutele formali hanno garantito fino ad ora una gestione attenta e sostenibile, supportata da monitoraggi ricorrenti e attività, svolte quasi interamente da volontari, come quelli dell’Associazione Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità, mirate a preservare la ricca varietà di specie e habitat del Padule.

Upupa in volo sul canale (foto Pamela Doretti)

Il Padule accoglie una straordinaria varietà di fauna, ma l’interesse maggiore è per l’avifauna, infatti, con le oltre 250 specie diverse di uccelli osservabili nel corso dell’anno, la palude svolge un ruolo cruciale nelle rotte migratorie tra la costa tirrenica e l’interno, attirando sia specie stanziali che migratorie.

Anche nel 2024 si è svolto il consueto censimento annuale promosso a livello di grande area biogeografica da Wetlands International e svolto in Italia sotto l’egida dell’ISPRA ma coordinato ed organizzato in Toscana dal Centro Ornitologico Toscano con il supporto del Centro di Ricerca ed anche quest’anno i risultati non hanno deluso contando ben 36 specie per un numero complessivo di 13.256 uccelli, confermando che al contrario di molte altre aree umide i numeri non sono in diminuzione.

“La sua particolarità è che rimane oggi una delle aree più importanti per quanto riguarda le migrazioni dell’avifauna a livello internazionale perché qua durante le varie stagioni migratorie trovano un luogo dove sostare o dove riprodursi moltissime specie di uccelli…noi non lo percepiamo ma è come se fossimo un autogrill sull’autostrada, chi passa si ferma o per riprodursi o per riprendere le forze e ripartire…”

Un aspetto di grande rilevanza è la presenza di una vasta colonia di aironi, che qui danno vita a una delle più importanti garzaie dell’Italia centro-meridionale, un sito di nidificazione talmente affascinante e popolato (circa mille coppie) da essere rinominato da molti appassionati ed esperti una vera e propria “città degli aironi” in cui migliaia di esemplari, tra adulti, giovani e immaturi dell’anno precedente, si rifugiano per riprodursi e allevare i loro piccoli. La garzaia è considerata unica nel suo genere per la contemporanea presenza di ben sette specie di aironi: la nitticora, la garzetta, la sgarza ciuffetto, l’airone guardabuoi, l’airone cenerino, l’airone bianco maggiore e l’airone rosso.

Nido di cicogne bianche al chiaro di luna (foto Pamela Doretti)

Situato al limite tra la regione peninsulare di clima mediterraneo e quella continentale, il Padule ospita contemporaneamente piante adattate a climi diversi. Oltre a piante come il Giunco fiorito, il Giglio d’acqua e la Cannuccia di palude, sono molte le altre specie rare e peculiari: nella Paduletta di Ramone, ai margini del Bosco di Chiusi, sopravvivono il Morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae) e la Felce reale (Osmunda Regalis), piante di clima caldo umido, insieme a particolari muschi di origine nordica, gli sfagni (Sphagnum sp.), discesi fin qui durante le ultime glaciazioni.

In questo angolo del Padule, e in poche altre aree del vasto bacino palustre, si trovano ancora discrete estensioni della Grande carice (Carex elata), chiamata localmente “sarello”. Questa pianta di origine nordica, in passato fondamentale per l’economia locale, forma caratteristici “gerbi”, cespuglieti che emergono dalla superficie acquatica. Nelle grandi distese di acqua troviamo i “lamineti”, con piante dalle grandi foglie galleggianti, come le ninfee gialle. Qui trovano rifugio specie rarissime come l’Erba vescica (Utricularia australis), pianta carnivora flottante, il Ninfoide (Nymphoides peltata), dai fiori gialli, e la piccola felce natante Salvinia (Salvinia natans), ormai quasi scomparsa dalla Toscana. Negli ultimi anni, purtroppo, la diffusione di specie animali aliene come il gambero killer, che scava gallerie nel terreno e lo rende instabile, ha reso particolarmente rare queste piante che un tempo si trovavano in abbondanza nel bacino palustre.

Il Padule riserva inoltre altre sorprese nelle sue dimensioni meno visibili: la palude nasconde un micromondo di valore inestimabile anche per gli entomologi, basti pensare che il Professor Arnaldo Bordoni, nel corso degli anni, è riuscito a contare oltre mille specie di coleotteri per poi pubblicarle nel 1995 nel testo “I coleotteri del Padule di Fucecchio” in collaborazione con il Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio.

Questa microfauna, specialmente in condizioni di fondali bassi, insieme alle diverse varietà vegetali, diventa una fonte primaria di cibo per molte altre specie.

Infine, nelle lunghe passeggiate, può capitare di essere accompagnati per un tratto da uno dei due bellissimi e rari esemplari di farfalle, entrambe protette a livello europeo, che trovano ancora rifugio nel Padule: la Licena delle paludi (Lycaena dispar), che a causa di una progressiva perdita di habitat è in forte declino in tutta Europa, e la Cassandra (Zerynthia Cassandra), che depone le uova solo su alcune piante a cui lega la propria sopravvivenza.

 

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