Foto Pamela Doretti
Foto Pamela Doretti
Potessi rubare un colore agli scorci del Padule, sarebbe l’azzurro del cielo d’autunno o forse il giallo delle distese interminabili di girasoli. Volessi ricordare un suono dalle lunghe passeggiate estive tra i campi, sarebbe il grido rauco degli aironi armonizzato dal frinire estivo delle cicale. Dovessi descrivere l’odore che rimane addosso quando si torna a casa nelle prime giornate primaverili, sarebbe senza dubbio quello dei campi tagliati di fresco. In mezzo a tutta questa meraviglia mi chiedete quale dolce parola risuoni chiara nella mia mente ma essa non può che essere “vernichten”.
Andrea Petri
Questo lavoro vuole raccontare un luogo poco conosciuto ma carico di emozioni, capace di donarci una profonda pace interiore grazie a panorami di straordinaria bellezza, ricchi di una biodiversità senza pari. Tuttavia, questa serenità si contrappone al senso di disagio evocato dalla memoria di uno dei giorni più oscuri dell’animo umano, oggi richiamato lungo il percorso dall’apparire dei cippi.
La volontà è quella di raccontare la storia e il presente di questo luogo, affinché non si perdano rispettivamente nel tempo e nell’indifferenza. È proprio la necessità di comunicare abbattendo ostacoli generazionali che mi ha portato a considerare la realizzazione del sito web, padule.cloud, uno strumento versatile che permette di integrare numerose modalità comunicative multimediali, quali foto, video e formati come podcast, post e interviste.
La documentazione disponibile sul Padule di Fucecchio è ampia ma frammentata. Fino ad oggi ciascuno ha voluto raccontare la propria storia personale, i propri interessi o sfogare la propria rabbia. Ciascun autore è però scivolato su uno dei versanti, dimenticando la vista d’insieme che si ha dall’alto. In questo testo cerco di rimanere in equilibrio tra memoria e meraviglia, raccontando un luogo che fin dai tempi più remoti, in un modo o nell’altro, è stato elemento centrale della quotidianità degli abitanti della Valdinievole e del Valdarno.
Il Padule di Fucecchio è un luogo di riflessione interiore; se ne esce con una sensazione agrodolce, non completamente appagati dal bello che stupisce, né totalmente annichiliti dalla memoria violenta che riaffiora, in un precario equilibrio di stati d’animo.
È proprio l’alternarsi di ricordi pungenti e momenti di stupore che, a seconda del percorso scelto passeggiando, a volte lascia emergere la fredda e triste memoria e altre volte la meraviglia che riscalda il cuore. È questa continua oscillazione che mi spinge a tornare ogni volta, nella speranza di trovare quella sensazione definitiva che per adesso sembra sempre sfuggire.
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